
L'Associazione Studente non Comuniatari di Reggio Emilia ( ASNOCRE) riafferma il suo NO alla politica istrumentalista degli immigrati a fini politici della Lega Nord e affermazioni non veritieri di deputati e senatori per nuocere infinitamente gli immigrati regolari presenti sul territorio nazionale.
La tassa di 50Euro su permessi di soggiorno e la fidejussione di 10 mila Euro per aprire la partita IVA sarà la goce di troppo che si tenta di fare pesare sulle spalle degli immigrati. Vogliamo ricordare agli esponenti della Lega che già gli immigrati soffrono abbastanza di questo problema del permesso di soggiorno che, non solo sborsano in data di oggi più di 70 euro per il rilascio e il rinnovo ma, dovono aspettare da otto a dodici mesi il rilascio. Una situazione che già dura da 2006 quando lo stesso governo di Berlusconi firmò la convenzione con le posteitaliane SpA per la gestione dei permessi di Soggiorno. Da allora gli stranieri in Italia non conoscono più pace e come se non bastasse è il deputato della Lega Nord Claudio D'Amico ad usare alla luce del sole una mensogna clamorosa per sostenere e difendere i suoi atti razzisti «Visto che i costi per la gestione dell'immigrazione attualmente ricadono sulla fiscalità generale, e quindi sulle tasche di tutti i cittadini del paese, riteniamo necessario che anche gli stessi immigrati compartecipino e contribuiscano con una piccola parte a queste spese che li riguardano direttamente, come del resto già avviene in misura molto più alta nella maggior parte degli altri paesi europei». La domanda spontanea che ci viene da fare è a che cosa servono i 70 Euro che Gli immigrati versano ogni volta che devono rinovare un permesso di soggiorno?
Invitiamo gli onorevoli D'Amico e Ronchi ad informarsi presso il ministero dell'interno perchè secondo i dati del Viminale, tra dicembre 2006 e giugno 2008, sono state presentate agli uffici postali 1,7 milioni di domande. Considerato che ogni domanda costa circa 70 euro, fanno 120 milioni di euro sborsati dagli immigrati: circa 50 milioni sono andati a Poste Italiane per il servizio, il resto allo Stato per pagare le tasse e la stampa del permesso di soggiorno elettronico.
Fatto sta che, a fronte di 1,7 milioni di domane, i permessi elettronici attivati fino allo scorso giugno erano circa 700mila. Vuol dire che un milione di persone, pur avendo pagato profumatamente il servizio, erano ancora in attesa del documento e potevano esibire solo la ricevuta della domanda, il famigerato “cedolino”.
La fascia che soffre di più per questa situazione è senza dubbio quella degli studenti non comunitari che, sebbene con un reddito relativamente basso devono sborsare importanti somme per il rilascio e il rinovo del permesso di soggiorno, ma lo devono aspettare per quasi un anno e l'originale lo tengono per pocchi giorni o settimane ed ecco che scade. La dramatica conseguenza è che questi sono penalizzati nel processo di studio: non possono uscire dall'Italia verso un altro paese europeo per stage, tironcinio,gite scolastiche o di studio perchè l' Ue non riconosce la ricevuto di istanza di rilascio o di rinnovo.
André Lekeulen
Presidente del Comitato Consultivo dell'ASNOCRE
La tassa di 50Euro su permessi di soggiorno e la fidejussione di 10 mila Euro per aprire la partita IVA sarà la goce di troppo che si tenta di fare pesare sulle spalle degli immigrati. Vogliamo ricordare agli esponenti della Lega che già gli immigrati soffrono abbastanza di questo problema del permesso di soggiorno che, non solo sborsano in data di oggi più di 70 euro per il rilascio e il rinnovo ma, dovono aspettare da otto a dodici mesi il rilascio. Una situazione che già dura da 2006 quando lo stesso governo di Berlusconi firmò la convenzione con le posteitaliane SpA per la gestione dei permessi di Soggiorno. Da allora gli stranieri in Italia non conoscono più pace e come se non bastasse è il deputato della Lega Nord Claudio D'Amico ad usare alla luce del sole una mensogna clamorosa per sostenere e difendere i suoi atti razzisti «Visto che i costi per la gestione dell'immigrazione attualmente ricadono sulla fiscalità generale, e quindi sulle tasche di tutti i cittadini del paese, riteniamo necessario che anche gli stessi immigrati compartecipino e contribuiscano con una piccola parte a queste spese che li riguardano direttamente, come del resto già avviene in misura molto più alta nella maggior parte degli altri paesi europei». La domanda spontanea che ci viene da fare è a che cosa servono i 70 Euro che Gli immigrati versano ogni volta che devono rinovare un permesso di soggiorno?
Invitiamo gli onorevoli D'Amico e Ronchi ad informarsi presso il ministero dell'interno perchè secondo i dati del Viminale, tra dicembre 2006 e giugno 2008, sono state presentate agli uffici postali 1,7 milioni di domande. Considerato che ogni domanda costa circa 70 euro, fanno 120 milioni di euro sborsati dagli immigrati: circa 50 milioni sono andati a Poste Italiane per il servizio, il resto allo Stato per pagare le tasse e la stampa del permesso di soggiorno elettronico.
Fatto sta che, a fronte di 1,7 milioni di domane, i permessi elettronici attivati fino allo scorso giugno erano circa 700mila. Vuol dire che un milione di persone, pur avendo pagato profumatamente il servizio, erano ancora in attesa del documento e potevano esibire solo la ricevuta della domanda, il famigerato “cedolino”.
La fascia che soffre di più per questa situazione è senza dubbio quella degli studenti non comunitari che, sebbene con un reddito relativamente basso devono sborsare importanti somme per il rilascio e il rinovo del permesso di soggiorno, ma lo devono aspettare per quasi un anno e l'originale lo tengono per pocchi giorni o settimane ed ecco che scade. La dramatica conseguenza è che questi sono penalizzati nel processo di studio: non possono uscire dall'Italia verso un altro paese europeo per stage, tironcinio,gite scolastiche o di studio perchè l' Ue non riconosce la ricevuto di istanza di rilascio o di rinnovo.
André Lekeulen
Presidente del Comitato Consultivo dell'ASNOCRE
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